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Morsi

by OperaSilenzio

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1.
Argano 02:41
Premi, il tasto Start, ronzio nell'ingranaggio rullo trasportatore, uomo, catena di montaggio 8 in punto, piove di nuovo sui campi di tabacco controlla, sostituisci, avanti un altro io devo credere che ciò che mi circonda sia nato per me, abbia cura di me nato nell'assenso, nato nel silenzio, l'amplesso in un lamento lento, prova a spiegarmi cos'è che la notte ti tiene sveglio Non è come pensi, non sono qui per dare un giudizio, produrmi uno stipendio sono una zanzara passeggera al giro di boa intorno ad uno orecchio spento tu dormi, ci penso io a toglierti di mezzo. Mmm. il calore del tocco, brucia odore di incenso Al fumo preferisco il sapore di un fortunale e mentre corri all'aperto incredulo per l'accadimento il sistema si inceppa, comincia a collassare Fuggi l'esplosione, gli attrezzi lanciati come da Onagro ignaro il capo morso dal più dolce veleno contando fogli di carta la vecchiaia avanza, vivere come cani per una morte in pompa magna Il ricordo di un giorno infausto, in un pensiero il pericolo si fece karma pagherai tutto, minacciato da un'arma bianca Hai abusato del corpo in un impeto di rabbia non lamentarti se per giustizia ora è tabula rasa Punto, linea, piano, scava, ferro, cemento 12 mesi, 100mq, 10 uomini, silenzio. Assenza di suoni, silenzio.
2.
Frattura 02:15
E sono i frutti, quelli che colgo da un albero per il quale ho finito gli insulti tempi bui eh vallo a dire a coloro per i quali oggi producono con soddisfazione punchline, battute sui carabinieri, l'estasi del lutto. No, io davvero conosco ciò che è giusto fare ma semplicemente non trovo gusto nella perfezione, sai, è come gettare secchi di bianco sui quadri di kandinsky, pazzo. Vai a rompere i coglioni altrove, vai, vai vai Eppure una sorta di vademecum potrebbe essere utile, lo sai , ehm una moleskine tra cuore e sterno, dove l'eterno non è infinito ma bensì, esso, si prende il suo tempo, e via dicendo... Piano ragazzo, così abile nel perderti tra fumi ed alcol non è che vivi la vita, semmai è la vita che vive te vive...consuma attraverso Rimbaud, baudelaire, flaubert, wilde...certo sveglia, disse il fattore ai due innamorati, chiuso il sipario, nel fienile di una taverna È giorno, manda via le bestie, monda la stanza, apri le finestre, cosa è successo ieri? Uomo nuovo ogni giorno per paura di ricordare, ricordare cosa? Bhe tanto per cominciare un cervello, tanto di cappello e pensavi a come vincere la gravità e finalmente divorare le nubi vecchia volpe a chi vuoi darla a bere, una precoce demenza senile ti rende dimentico delle cose belle della vita, quelle innocue, quelle reali, quelle che restano anche dopo averle vissute. Io senza ali. Mi mangio le mani, solo per un domani.
3.
Solipsismo 03:43
Costantemente immerso in un fede personale non è la prima volta che non sappia cosa fare ad elencare i punti del piano si fa presto mi chiesero chi ero, risposi: me stesso Costantemente immerso in un fede personale non è la prima volta che non sappia cosa fare ad elencare i punti del piano si fa presto mi chiesero chi ero, risposi: me stesso -Hey, Io non posso crederci, ancora i saldi paghi 2x3 paghi 2 volte, una per l'intenzione, la seconda per l'indecisione il resto a casa, rincara la commiserazione solo uno sconto nella sostanza giudice la sua dose ne fumi una dopo un'altra avanza la mutazione non come fossi bruco in cerca della liberazione ma peggio -un incubo gigeriano nella sua immolazione Sapessi, o meglio sai ma fingi di non sapere che in mezzo a queste fiere, strisciano quelle sirene con pulcre litanie rapiscono copiose volontà ignare Lamie divorano carne e sangue romite in anguste grate La fuori facciamo del nostro meglio a tingere le strade con lo stesso prezioso sangue che sprecate ogni ideale trafigge chi non è ancora venuto al mondo ogni ideale accresce l'oscuro tumulo sullo sfondo Sarebbe potuto Essere certo, ma non lo è stato l'uomo che tocca il fondo, un nuovo sintomo del degrado ed io che vedo la necessità continuo a dare spettacolo fino al giorno in cui questo suono -sarà il mio tabernacolo timorato non più da Dio ma dal tempo che hai perso standoti appresso il portaborse di un senzavolto che il più delle volte -temeva un cipresso come fosse la fine di qualcosa che non è mai successo- -l'eccesso di zelo, la violenza di un diniego, io non ho mai voluto ferire nessuno se non per viverlo e sotto i palmi degli eventi inevitabilmente mi piego modellato dal soprannaturale ancora e ancora io riderò eppure qualcuno resta in un angolo a guardare lo schermo dove persino la pubblicità diviene un sollievo eterno la stessa forza che preme in un silenzio imbarazzante l'istante in cui la paura catalizza una volontà dominante
4.
Chi 03:27
Di fronte a quest'avvenire -non posso dormire non sono come larve di farfalla che aspettano di fiorire certo di non marcire -facendo vita da operaio nel mio ovile destinato a scom-parire Non soffrirò mai di demenza senile troppe le distrazioni che mi tengono sveglio spero tu abbia qualcosa da dire non come i bagnanti che percorrono spiagge senza lasciare segno Sono IO il proprietario del mio ingegno anche se troppo spesso lo dimentico e delego ad altri l'abilità di darmi un qualche senso come se aspettassi l'attimo privo di sentimento <--"Non" sono una macchina che elabora concetti troppo spesso rimango scosso dai cambiamenti e ancora: il pessimismo non mi appartiene perchè vestendo di nero vi impremerei comunque un'immagine opposta Potrei annegare nel cervello ma continuando a scendere vedreste il rap trovare casa lo sterno mai stato fermo colando a picco come un pugno nello stomaco sempre girovago dal cuore indomito Come una lavatrice lavo i panni di notte per evitare i consumi alla luce del giorno E mi ripeto ogni giorno che fare rap non è un obbligo ma tutte le volte divento sordo 2 Mani sulla testa -per contenere troppe le pressioni verso l'esterno non ho contegno e vorrei possedere -vista a 360, sguardo da camaleonte per darmi il modo di scegliere Poca pecunia cerco la scommessa -bendato da una fede eterna così mi spinge a flettere la lingua per sputarvi aria compressa come una donna sull'orlo del parto "che aspetta" -Chi sei -quando guardi negli occhi il tuo riflesso non è la forma che ti colora ma -sono le forze che hai dentro -Chi sei -quando guardi negli occhi il tuo riflesso ricetta per il cibo della mente piatto pronto per il piacere del cuore
5.
Urla distante la Passione di una vita, Ricca ma sola in una ninna nanna per chi le cercherà Come Medusa affrontarla di petto ti distruggerà attraverso le sue fibre lei si svelerà Ho perso tutto, anche la voglia di scrivere tempo interno, seleziona i movimenti scegli i tuoi passi l'apostolo tra le teorie dell'uomo senza i suoi atti dove sono i cannoni di festa nei giorni più ambigui a me che basterebbe un assolo come placebo e lontano vibrare nell'occhio di Quolcat cuoci le mie doglie tra le teste dei capodogli ma non piangere se l'iride cangiante diviene pallido si ride perchè? non c'è rima che tenga scoperchiato il vaso soffrire? Com'è? Sapresti definirlo se persino tu vivi nel caso ammainato mentre tutto ti scorre tra le mani ma -chiuderle non se ne parla -come fermare una fune senza i calli, brucia tutto, anche i castelli e le sue ciocche brune il brano e le sue partiture, persino un cuore forte con le sue cure Prima che un piano tarlo, spenga la mia luce, anticipalo Tu conservala per me spinti i limiti in lungo e in largo, fare da apripista confidenza strappata ai sapori di una conquista concretizza e colpisci ciò che prima vanèsio Sii Anfisbena, sii Giano sii Argo E poi è inutile guardare fuori se il sole nega la sua vista fuori dalla grotta ancora riflessi in specchi d'acqua Io non posso fare a meno di tendere l'arco stridere con l'attrito dell'aria, valicare il varco a piedi nudi per trarre nutrimento dal suolo noi che cercavamo angeli e demoni torniamo piante; e non altro si vive che in un istante mentre impieghiamo una vita intera a scrivere carte fossimo i veri fautori di ciò che ci ha reso grandi staremmo in silenzio a compiacerci di infiniti istanti.
6.
Conclusioni 04:14
Nel mio letto giace una valchyria, sorride di gioia, ride svampita; io sono lo stupido di turno che gliela da vinta, la sua bellezza non conta se ad essa segue il fetore di una sconfitta. Ho le mani legate, esisto per dargliela vinta e pur mutando come il sigma la sorte è sconfitta, ma strappando i caratteri da questa stele, le tele tese a schernire moire nel reverbero del mio nartece. Sono mie le crepe per ogni volta che ho dato corda alle mie chimere, saturo le mie schiere di angeli custodi come ella voleva, non perchè i figli sono frammenti di cuori ma perchè solo il lume di un cuore è la fonte dei tuoi perchè, aspice me, tra le fiere di un tempo serene, addestra le tue paure, seduci i tuoi mali a mani stese, queste le sere dove i pargoli dormono sereni, gli eroi scendono a compromessi, dove il lieto fine diviene fiele: Mefistofele, guardiano dei luoghi comuni, come se essere plumbei possa renderci più brillanti, continuamente ad allontanarci ad autoisolarsi quando l'unico reale intento è quello di ritrovarsi. La propaganda dell'avvicendarsi tutto il prima possibile e non meravigliarti se per una volta le cose vanno come devono, troppo avvezzi ai nostri giocattoli rotti, le fiabe dei nostri nonni erano il mantice dei nostri corpi (Aspice me) Cadere come se non ci fosse un domani e domani vivere come nulla fosse mai successo non puoi estinguere il caos quando esso diviene interno, la soluzione, come a desiderarla in un battito di mani conosco e riconosco l'impegno in ogni singolo gesto ma non è l'intenzione, a volte è sbagliato il mezzo se la tua libertà esonda un'altra limita il respiro, alterna il percorso, il nuovo modus operandi dei pazzi ed ho pregato in cerca di un segno come di chi vede il fondo ma non l'ha toccato non basta, avanza, a briglie sciolte in corsa verso il domani, l'orizzonte non è mai stato così rosso, ancora a spiegare, provare, pensare scarnifica l'osso, l'oblio della ratio, non c'è più tempo per perdonare bacia i santini in un clima di combustione ho terminato le forze, fine provocazione, ho terminato le scorte, fine sopportazione Anche adesso, solo nei tramonti di una terra sacra, tempi di magra si cambierò strada Catene, non vuole cedere, dilato gli anelli ma il confine è dentro me, Ascoltami bene Non è la parola che detta legge, è l'attitudine, la forza di chi è presente, tienilo bene in mente l'aura di chi è presente, tienilo ben presente l'aura di chi è presente
7.
Status 01:47
Senti, -mani al cielo nello sforzo di raggiungerlo, stavolta la storia suona diversa, distruggilo ancora a credere faville dal tuo genetliaco, suono forte anche senza slang nel panegirico Lo vedi dal suono corto che oramai tocca essere minimali più celere dell'Ermète vanesio tra messaggi subliminali e prediche da presbitero ce l'ho sulla punta della lingua ma non so come dirvelo Le mie parole mi fanno le veci di voci che suonano stanche, prova a seguirmi sui flussi come se fossimo nell'acqua planing impari che troppe volte, si dimentica il freno e che l'alieno non è quello che vola ma sei te che non sei sereno questione di attitudine, di una luna storta, scrivo di una natura morta, mi scavano la fossa in tele nuovi colori, l'attrice non ancora pronta, mi accontento di un grigio, il grigio della mia pioggia Lo sai, Coltura, cultura a chilometro zero, ho le scorte per anni nel mio cervello, l'uomo fukuoka arriva in città con cita sotto citazione, mi chiedo il motivo di cotanta concitazione continua la chimica si autopredispone, barre di fosforo bianco, soffio di eolo respira il fuoco sacro, è purificazione, un giorno sarete santi, e questi che ci credono È pensare che fuori parlano di queste storie, come se fossimo rapper o persino cantautori presi dalla denuncia sociale, rivolta politica, nulla è reale, resta solo la mia mimica la verità è che una necessità non si cataloga, non per spessore ma perchè non se ne ha il tempo come a dire che un urlo ha un genere certo quando in verità tu -stai solo piangendo.
8.
Radici 03:48
Raccolgo le briciole che portano verso casa mia Ad ogni passo pare prenda le distanze Sapevo che un giorno sarebbe successo Vago -sempre più lontano da me stesso Vago -sempre più dimentico di me stesso Sorgo dal ventre di Gaia non come figlio, ma come frutto bastardo di una notte brava avrei voluto serbare rancore come abitudine insegna -ma forse non sono così stupido come sembra erano gli anni del corteggiamento, la donna frutto proibito, l'amore segregato in isolamento ora che tutto è pubblico come un culo su facebook, non puoi delegare al futuro, ora ci sei tu Che a dirla tutta non sono qui per un contest, per un video tautologico o per un paio di voucher non ho fame di fama ma sono sazio di rospi e questi non sono principi ma solo rospi Così, tra un saltimbanco ed un anziano che ha perso il lampo come dire crescendo disimpariamo come a dire le cose le dimentichiamo e ne impariamo altre che prima rifiutavamo sono colui che cerca l'uno in mezzo ai mille, sono quello che prima abbraccia e poi chiede chi sei sono colui che parla unicamente per necessità, sono quello che, in verità, volevi stesse zitto Forse hai ragione, ed io non posso darti torto ma come dormire se non arriva mai il giorno ogni passo è una conquista anche se vivi ad Ember ma so che la mia forza durerà per sempre Dalla stessa terra che mi logora, la stessa che profuma di erba e sansa Proprio quella che mi tiene legato al suolo, soffre di solitudine, non orfani ma in cerca di matrigna tu pensa alla solitudine che ci alimenta, il corpo stretto nei rovi, il resto fa da mongolfiera e per quanto sia forte nella sua levitazione, vola lontano ma presto o tardi ritorna a sera E questa mela non cade lontano dall'albero, di questa vita ho solo sporco il bavero, ma cosa costa svegliarsi e cambiare abito -senza doverne per forza condividere il comportamento Sono ricco sfondato, ho tutto nelle mia mani, non c'è nulla in vendita, non siamo ad armi pari ho davvero l'oro in bocca, anche se con quello, qui, non vali niente, quelle sere dove tutto è buio, non vedi niente Somiglio agli alberi quando rifletto, come un Trent della terra di mezzo,Capillare il suono mi nasce da dentro ma sono frutto a mia volta del sole, dell'acqua, del vento, se sono Tiglio dammi un senso uno scalpello Si la forza di lasciare un segno, lasciami spiegare le fronde per darti ombra sono Salice per darti ciò che non possiedi più- dimmi tu- quanto ancora durerà la corsa.

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released October 10, 2013

Corde Pulsum Tangite.

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Who am I? just someone who likes to convey emotions into notes, what is the source of all this? Concreteness, Totality and Syncope .. this is the answer to any question about my musical influences. The rest is a rich frame of a baroque picture. Your God may bless you. ... more

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